Il sottile confine tra le emozioni e l'anima: Voci dall'interstizio del poeta Dario Caldarella

Fare il poeta, è un atto di coraggio e la scansione materiale degli eventi che attraversiamo nella nostra vacua contemporaneità ci fa capire quanto ci sia bisogno ancora di poesia, e di quegli animi sensibili che sono i poeti, disposti a donarci quella sensibilità e a risvegliarla attraverso le fessure dell'anima. E' quanto riesce nelle sue poesie, Dario Caldarella, poeta siciliano, anzi palermitano, una specifica di non poco conto se è notizia certa che in questa città non possa che nascere poesia. Dario Caldarella nasce a Palermo il 19 giugno del 1990. Dopo aver conseguito la maturità classica, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia della sua città, che tuttora frequenta. Unisce la passione per il teatro a una fervida attività scrittoria, che spazia dalla prosa alla poesia, mettendo in scena le sue composizioni in piccoli locali e teatri. Ha collaborato con alcuni web magazine e alcune web radio.

Voci dall’interstizio – sottolinea la prefazione del libro – è una raccolta poetica che lascia affiorare,pagina dopo pagina, verso dopo verso, le diverse voci, le riflessioni più profonde di Dario Caldarella. Il poeta, alternando sentimenti d’amore e di rabbia verso molteplici aspetti della realtà, manifesta la propria incertezza, i propri dubbi e le disillusioni cui deve far fronte nel momento stesso in cui si ferma a pensare. Momenti di riflessione, scanditi anche attraverso il linguaggio della musica e della natura, che attingono volentieri alla mitologia classica, mostrando la capacità dell’Autore di saper coniugare l’antico e il contemporaneo, universi in cui l’uomo, sempre uguale a se stesso, continua a muoversi nella sua a volte dolorosa quotidianità". Ed è proprio dal titolo che dobbiamo partire per comprendere la poetica di Caldarella: l'interstizio è uno spazio minimo di separazione, un'impercettibile distanza, tra due corpi, tra due anime; ma il quasi toccarsi non è sinonimo di percezione sicura delle cose, ed ecco che la poesia è il vettore che attraverso l'interstizio ci porta nell'universo del poeta, nei suoi amori le sue rabbie e i suoi non so, il dubbio del sapere interpretare le nostre emozioni che è il nostro dubbio.

Un verso ricercato, suadente, onirico, impetuoso a volte che ti porta in alto e poi, all'improvviso, ti lascia catarticamente alla tua intima riflessione. Ricercato ma mai costruito, le parole fluiscono attingendo alla classicità come vento fresco. Basti leggere l'inizio di "odore di carne soffusa": "Odore di carne soffusa, turbini di contrazioni, attraverso dune sottili, bagnano le fenditure che il talamo percorrono. Pelle contro pelle silenzi, sussurri, grida. Roche modulazioni in un rapido alternarsi di coloriti in divenire." La sinestesia iniziale, coinvolge tutti i nostri sensi, la percezione olfattiva del corpo e la luce soffusa che il corpo illumina e che dal corpo proviene, le dune sottili i silenzi grida e ancora silenzi. Questa è poesia e non ci resta che leggerla, passo dopo passo, verso dopo verso, attimo dopo attimo.

 

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