Il cibo che cura: come la nutrizione può migliorare le terapie antitumorali
La Dottoressa Donatella Calcara è una biologa nutrizionista specializzata in Patologia Clinica, con anni di esperienza nel supporto alimentare per pazienti oncologici. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca in Oncopatologia Cellulare e Molecolare, ha approfondito il tema della nutrizione nella gestione delle patologie.
Da anni, nei suoi studi di Sambuca di Sicilia e Palermo, la Dottoressa Calcara dedica la sua carriera a promuovere l’importanza di un approccio alimentare personalizzato e scientifico. In questo incontro, ci racconta in che modo un’alimentazione mirata può diventare una risorsa preziosa per i pazienti oncologici, migliorandone la qualità della vita durante i trattamenti e rafforzando il sistema immunitario.
Dottoressa Calcara, potrebbe spiegare ai nostri lettori perché la nutrizione è così importante per i pazienti oncologici durante il trattamento?
“La nutrizione è fondamentale per i pazienti oncologici, perché rappresenta una vera e propria arma di supporto alla terapia medica. Un’alimentazione mirata può migliorare la tolleranza ai trattamenti, gestire alcuni effetti collaterali e sostenere il sistema immunitario, che è spesso indebolito sia dalla malattia stessa sia dalle terapie aggressive, come la chemioterapia o la radioterapia.
Inoltre, una dieta, studiata sulle esigenze specifiche del paziente, può contribuire a mantenere un peso stabile, un elemento cruciale per affrontare meglio il percorso terapeutico“.
Qual è l’importanza della bioimpedenziometria nel monitoraggio dello stato nutrizionale dei pazienti oncologici?
“La bioimpedenziometria è uno strumento fondamentale per valutare la composizione corporea dei pazienti. Ci consente di monitorare la massa muscolare, la massa grassa e il livello di idratazione, fornendo dati cruciali per ottimizzare il piano nutrizionale.
In oncologia, mantenere una buona massa muscolare è essenziale, soprattutto durante le terapie, che possono causare perdita di peso e debolezza. Utilizzando la bioimpedenziometria, possiamo adattare la dieta e l’integrazione nutrizionale in tempo reale, assicurandoci che il paziente riceva il supporto di cui ha bisogno”.
Parlando di strategie dietetiche, ci può spiegare il ruolo del digiuno terapeutico per i pazienti oncologici?
“Il digiuno terapeutico, condotto sotto controllo di un professionista, può aiutare a ridurre alcuni effetti collaterali dei trattamenti oncologici. Studi recenti mostrano che brevi periodi di digiuno, intervallati da pasti equilibrati e nutrienti, possono rendere le cellule tumorali più vulnerabili alla chemioterapia, riducendo al contempo il danno che queste terapie causano alle cellule sane.
Questo approccio però va calibrato con attenzione, rispettando il quadro clinico del paziente. Non è adatto a tutti, ma richiede un’attenta supervisione, per assicurarsi che il digiuno venga condotto in modo sicuro”.
Un altro aspetto di cui si parla sempre di più in oncologia è quello dei test nutrigenetici. Può spiegarci di cosa si tratta e come possono aiutare i pazienti?
“I test nutrigenetici sono una delle innovazioni più promettenti per personalizzare l’approccio nutrizionale in oncologia. Questi test analizzano specifiche varianti genetiche del paziente per capire come il suo organismo metabolizza determinati nutrienti. Questo permette di costruire una dieta davvero “su misura,” mirata a ottimizzare l’efficacia del trattamento oncologico.
Per esempio, potremmo riscontrare un’eventuale difficoltà a metabolizzare alcuni antiossidanti o, al contrario, trovare predisposizioni che rendono alcuni nutrienti particolarmente utili per un paziente specifico. Questa precisione può aumentare la tolleranza alle terapie e migliorare il benessere complessivo del paziente”.
Ci può fare qualche esempio di alimenti che possono essere utili per i pazienti oncologici, soprattutto in termini di antiossidanti e modulatori epigenetici?
“Esistono alimenti particolarmente ricchi di sostanze che sostengono il sistema immunitario e aiutano l’organismo a rispondere meglio ai trattamenti oncologici.
Il tè verde, ad esempio, è noto per la sua alta concentrazione di polifenoli, che hanno proprietà antitumorali e anti-infiammatorie.
La curcuma è un altro alimento interessante, poiché contiene curcumina, un potente antiossidante con effetti epigenetici che può modulare l’espressione genica e sostenere le difese dell’organismo.
Anche le bacche, come mirtilli e lamponi, sono eccezionali per il loro elevato contenuto di antocianine, antiossidanti naturali che possono proteggere le cellule dai danni ossidativi. L’integrazione di questi alimenti nella dieta, in modo bilanciato e regolare, può portare benefici concreti”.
Ha menzionato il sistema immunitario. Quanto è importante e come la nutraceutica può sostenerlo in oncologia?
“Il sistema immunitario gioca un ruolo cruciale per il paziente oncologico, specialmente durante le terapie. Un sistema immunitario in salute può aiutare l’organismo a distruggere le cellule tumorali e a rispondere meglio alle terapie.
La nutraceutica, ossia l’utilizzo di alimenti o sostanze derivate dagli alimenti con effetti benefici sulla salute, può essere molto utile. Ad esempio, l’uso di vitamina D, probiotici e integratori di omega-3 può rafforzare la risposta immunitaria.
La vitamina D, in particolare, è essenziale, perché supporta il sistema immunitario e può contribuire a mantenere i livelli di infiammazione sotto controllo“.
Un ultimo consiglio per chi affronta il percorso oncologico e per i loro cari?
“Vorrei che ogni paziente sapesse che prendersi cura dell’alimentazione è un atto di forza e di consapevolezza verso sé stessi. Ogni piccolo passo conta, e una dieta adeguata può veramente fare la differenza, contribuendo al successo delle cure e migliorando la qualità della vita. Credo profondamente che un approccio su misura, scientificamente fondato, sia un aiuto prezioso nel percorso oncologico“.
Daniele Fanale